Din Don Dan...nati!

Pubblicato il da orizzonti.over-blog.it

Don Gelmini, un prete. Mediaticamente piuttosto conosciuto, associato, nella memoria collettiva, a B. ed alla Comunità Incontro, in quel della campagna umbra, che accoglie tossicodipendenti e sieropositivi. Apparentemente potrebbe (e dovrebbe) essere  una brava persona. Apparentemente, perchè condivide, con il suo amico B., una lunga storia di guai giudiziari.
Un vecchio articolo de "La Stampa" a firma di Francesco Grignetti, ci dipinge l'ascesa di don Gelmini dagli anni '70 fino ad oggi: "C’è stato un altro don Pierino prima di don Pierino. Un prete che ha sempre sfidato le convenzioni, ma che di guai con la giustizia ne ha avuti tanti, ed è pure finito in carcere un paio di volte. A un certo punto è stato anche sospeso «a divinis», salvo poi essere perdonato da Santa Romana Chiesa. E’ il don Gelmini che non figura nelle biografie ufficiali. I fatti accadono tra il 1969 e il 1977, quando don Pierino era ancora considerato un «fratello di». Una figura minore che viveva di luce riflessa rispetto al più esuberante padre Eligio, confessore di calciatori, amico di Gianni Rivera, frequentatore di feste, fondatore delle comunità antidroga «Mondo X» e del Telefono Amico. Anni che furono in salita per don Pierino e che non vengono mai citati nelle pubblicazioni di Comunità Incontro. Per forza. Era il 13 novembre 1969 quando i carabinieri lo arrestarono per la prima volta, nella sua villa all’Infernetto, zona Casal Palocco, alla periferia di Roma. E già all’epoca fece scalpore che questo sacerdote avesse una Jaguar in giardino. Lui, don Pierino, nella sua autobiografia scrive che lì, nella villa dell’Infernetto, dopo un primissimo incontro-choc con un drogato, tale Alfredo, nel 1963, cominciò a interessarsi agli eroinomani. In tanti bussavano alla sua porta. «Ed è là che, ospitando, ancora senza tempi o criteri precisi, ragazzi che si rivolgono a lui, curando la loro assistenza legale e visitandoli in carcere, mette progressivamente a punto uno stile di vita e delle regole che costituiranno l’ossatura della Comunità Incontro".
Quindi don Pierino Gelmini è fratello del ben più noto alle cronache dell'epoca e non solo, padre Eligio, anche lui frequentatore, oltre che di feste e di giocatori, anche di cronache giudiziarie. Buon sangue non mente.
Eppure don Gelmini (Piero, stavolta) non ha cominciato male, anzi. Ha cominciato come segretario di un cardinale latino-americano, Luis Copello, arcivescovo di Buenos Aires. Solo che profitta di questo incarico per metter su una società dagli intenti poco chiari, che si occupa di import-export proprio con l'America Latina. E non finisce qui, visto che, nel contempo, don Gelmini (sempre Piero) rimane invischiato in una storia poco chiara con una cooperativa edilizia legata a le Acli, che avrebbe dovuto costruire delle palazzine all'Eur. La cooperativa finisce per fallire, mentre lui, don Piero Gelmini, risponde della cassa. Il giudice fallimentare è costretto a spiccare un mandato di cattura. Don Pierino, che si fa chiamare "monsignore" con pochissima modestia ed altrettanto scarso spirito cristiano, aveva nel frattempo guadagnato anche una diffida della Curia e ritiene salutare sparire dalla circolazione.
Dove fosse andato a finire, lo si seppe più tardi. Era in Vietnam del Sud, dove era riuscito a contattare l'arcivescovo della cittadina di Huè. Di nuovo guai, però, perchè sua eminenza Dihn-Thuc e la signora Nhu, vedova del presidente Diem, lo denunciarono per appropriazione indebita. Bel curriculum vitae, non c'è che dire, per uno che indossa l'abito talare e dice di voler recuperare alla società i più sfortunati!
Oltretutto pare che il sacerdote non sia più tale, perchè nel 2008 è stato dismesso, su sua richiesta, dallo stato clericale della chiesa. Eppure, malgrado questo, don Gelmini non rinuncia a quel "don" che, a questo punto, potrebbe avere una valenza pericolosamente vicina a quella del "don" mafioso.
Al 1976 risale il secondo arresto di don Gelmini, questa volta nell'amena compagnia del fratello Eligio. Entrambi sono accusati di aver ricevuto una bustarella di 50 milioni da Vito Passera, un imprenditore che sta attraversando delle difficoltà e che avrebbe ottenuto la promessa del duo talare di farlo diventare console onorario della Somalia nonchè di fargli avere delle facilitazioni nel commercio del burro tra gli Stati Uniti e il paese africano.
Nel 1988 l'impenitente don Pierino è un prete di rito latino che viene insignito del titolo di Esarca Mitrato della chiesa cattolica greco-melita. Ha diritto all'uso dell'anello, della mitra, della croce e della pastorale quando celebra la messa con rito greco, anche se non è vescovo. In queste sontuose vesti, don Pierino non manca di commettere gravi abusi, celebrando la messa in rito romano pur vestendo paramenti greco-ortodossi. E vogliamo parlare dell'utilizzo dell'anello vescovile pur non essendo, lui, vescovo?
Nel 1991, il 23 novembre, un certo Fabrizio Franciosi viene ritrovato morto in un grattacielo di Rimini. Franciosi è un cittadino di San Marino ed  era stato ospite della Comunità Incontro. Dopo l'omicidio, che tuttora è avvolto dal mistero, il fratello comincia a raccontare agli inquirenti riminesi di abusi sessuali ad opera di don Gelmini, avvenuti in una casetta del parco della Comunità Incontro.
Nel 1992 il "nostro" venne denunciato dal Comune di Amelia - come se non bastasse - retto dal sindaco Luciano Lama per abuso edilizio. Proprio per questo, seguendo l'esempio e le orme del suo amico B., don Gelmini si candida, nel 1994, a sindaco del paesotto umbro, non riuscendo a vincere l'antagonista, Luciano Lama, appunto.
Il 4 marzo del 2000, l'immarcescibile don Gelmini partecipa alla presentazione del "manifesto" di Alleanza Nazionale" come testimonial della lotta alla droga. E' in questa occasione che se ne esce con la dichiarazione che "i musulmani tra poco in Italia saranno il 10-15% della popolazione e metteranno a rischio la purezza dei nostri valori. Un tempo venivano per predare le nostre città, oggi hanno una parola d'ordine: sposare le donne cattoliche per convertirle all'Islam. Bisogna bloccare questo germe".

Il 28 gennaio 2001 don Gelmini celebra la messa di commemorazione del primo anniversario della scomparsa di Bettino Craxi.
Nell'ottobre del 2004  esce un libro di Marco Salvia "Mara come me", che racconta la vita all'interno di una comunità di recupero di tossicodipendenti. La storia, pur essendo romanzata con nomi non reali, è chiaramente ispirata alla comunità di don Gelmini (nel libro chiamato don Luigi), come svelerà l'autore, nel 2005, al quotidiano "Il Manifesto".
Nel 2005, quando compie 80 anni, una grande festa di compleanno in "onore" di don Gelmini raduna personaggi dello spettacolo come Gigi D'Alessio, Amedeo Minghi e Mogol, nonchè, ovviamente, B., che gli dona un assegno di 5 milioni di euro. Maurizio Gasparri, poi, è il responsabile del comitato festeggiamenti e proporrà, in seguito, di realizzare una ministerie in due puntate sul sacerdote di Amelia. Una braciolata tra amici, insomma.
Per ringraziare il suo benefattore B., don Gelmini inaugura, a fine 2005, l'istituto scolastico e professionale "Silvio Berlusconi" vicino Bangkok.
Nel 2007 Bruno Zanin, attore in "Amarcord", ne "L'Agnese va a morire" e ne "Il caso Moro", pubblica un'autobiografia intitolata "Nessuno dovrà saperlo", nella quale racconta di aver subito abusi sessuali da parte di don Gelmini all'età di 13 anni. Zanin, tra l'altro, è stato collaboratore di Radio Vaticana durante le guerre della ex Jugoslavia, ed aveva raccontato gli busi al direttore dell'emittente padre Lombardo, oggi portavoce del Vaticano. Sempre nel 2007, dopo 18 anni, Aldo Curiotto, addetto stampa di don Gelmini, e sua moglie lasciano gli incarichi che ricoprivano presso la Comunità Incontro. Il nuovo responsabile della comunicazione della Comunità è, ora, Alessandro Meluzzi, psichiatra, noto "prezzemolino" televisivo, soprattutto per quel che riguarda le reti Mediaset. Meluzzi è, inoltre, membro della Loggia massonica Madre Ausonia massoneria dal 1982. E' un ex comunista, un ex socialista, un ex forzista, un ex cossighiano, un ex buttiglionano, un ex diniano, un ex mastelliano ed un ex Verdi. E' sposato, divorziato ed ancora sposato. Un ex, insomma.
Ma veniamo al curriculum giudiziario messo insieme da don Gelmini nel corso di questi anni scellerati e dissennati: nel 1971 don Gelmini viene condannato penalmente per emissione di assegni a vuoto, truffa e bancarotta fraudolenta. La condanna è a 4 anni di reclusione, pena interamente scontata. Malgrado questo la chiesa non prende alcun provvedimento restrittivo nei confronti del sacerdote. Nel 2007 don Gelmini è indagato dalla procura di Terni per presunti abusi sessuali avvenuti tra il 1999 ed il 2004, periodo in cui due delle vittime erano minorenni. Alla fine dell'anno le indagini si concludono e nel 2008 la Procura di Terni sollecita il processo al sacerdote per violenza sessuale. I magistrati, infatti, ritengono attendibili i racconti degli ospiti della struttura di Amelia, che affermano di essere stati "molestati, palpeggiati, costretti ad atti sessuali". Il 18 giugno 2010 è stato rinviato a giudizio su decisione del gup di Terni. Il processo a "monsignore" Gelmini dovrebbe iniziare il 29 marzo 2011.
Credo che il parterre di cui ama circondarsi "monsignor" Gelmini sia all'altezza del suo curriculum vitae. Un'allegra compagnia, non c'è che dire. A maneggiare il fango, alla fine, si finisce per imbrattarsi. Se si è fango, però, più di tanto non ci si sporca.

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